E' arrivato il momento in cui il sole brucia in fretta, come le braci arroventate dal desiderio, è arrivato il momento in cui la cucina si trrasferisce all'aperto, è arrivato il momento del barbecue.
Le dita dei piedi hanno trovato la disposizione giusta - a ventaglio - il corpo la posizione perfetta - disteso - e la testa la condizione preferita - vuota.
La primavera lascia presagire i suoi colori, si ha voglia di stare all'aperto. Basta con le pentole che sobbollono e i vetri che si appannano.
La convivialità è intorno alla tavola, i cubetti di ghiaccio tintinnano senza sosta, il tempo è bello! Solleviamo il telone impolverato in cortile, spostiamo le due tre biciclette ancora sporche di fango e finalmente arriviamo al BARBECUE.
Lontano da sguardi invadenti, si ha fretta di pulire la griglia con discrezione; le vestigia culinarie dell'anno passato sono ancora ben evidenti. Ci si sbarazza dei rimasugli di cenere, spunta qua e là qualche tappo di birra. Si lucida la carrozzeria con un panno umido per ridare lustro al compagno di grigliate.
E' bellissimo, quasi nuovo, pronto per fare impazzire le future tavolate con allegre volute di fumo: il barbecue ha la peculiarità misteriosa di soffiare sempre il proprio stato d'animo nella direzione della tavolata del momento, qualunque sia la direzione del vento. Si attacca ai pochi abiti che indossiamo per fissare il proprio odore, si incolla alla nostra pelle!
Stephane Reynaud